giovedì 30 ottobre 2014

Pumpkin's risotto




L'etimologia della parola miracolo significa meraviglia, oggi abbiamo scelto questo piatto per compiere un miracolo: sospendere il tempo,tipica sensazione del Wow, come quando si resta sorpresi da qualcosa. La cucina dovrebbe ambire a questo. Purtroppo sempre più spesso la cucina è intossicata dalla competizione, che è nemica del tempo. Siamo tristemente tornati all'epoca dei romani che istituirono i "panem et circenses" per nutrire e intrattenere il popolo facendolo identificare sempre e soltanto con il vincitore.
Per una volta, lasciate tempo alla meraviglia, al sentimento di sorpresa. Che aspettate?


La etimología de la palabra milagro significa maravilla, hoy hemos elegido este plato para cumplir un milagro: suspender el tiempo, sentimiento típico del Wow, como cuando nos quedamos sorprendidos por algo. La cocina tendría que aspirar a esto. Por desgracia, más a menudo la cocina está intoxicada por la competición, que es enemiga del tiempo. Hemos tristemente vuelto a la época de los romanos, que instituyeron los "panem et circenses" para alimentar y entretener a la gente haciéndola identificar siempre y sólo con el ganador.

Por una vez, déjad tiempo a la maravilla, al sentimiento de sorpresa. ?Qué estáis esperando?


Difficoltà: facile


Preparazione: 15 minuti


Cottura: 20 minuti


Ingredienti per 4 persone:



  • 320 g di riso Vialone Nano o Carnaroli (arroz)
  • 300 g di zucca (pumpkin) (calabaza)
  • 1/2 bicchiere di vino bianco (media taza de vino blanco)
  • 1 cipolla (cebolla)
  • 1,5 l  di brodo vegetale ( caldo vegetal)
  • 100 g di Parmigiano reggiano ( parmesano)
  • 50 g di burro (mantequilla)
  • olio extravergine di oliva ( aceite de oliva virgen extra)
  • sale e pepe ( sal y pimienta)
Procedimento:
  1. PULIRE GLI ORTAGGI: Lavare e asciugare la zucca, eliminare il picciolo, la pelle, le nervature e i semi e mettere in cottura nel microonde. Versare nel mixer, salare e frullare fino ad ottenere un purè cremoso. Prendere una casseruola e lasciare appasire la cipolla tritata con un filo d'olio a fiamma bassa. Versare la zucca, aggiungere il riso e lasciarlo tostare per 2 minuti mescolandolo, per evitare che si attacchi alla casseruola.                                    LIMPIAR LAS VERDURAS: Lavar y secar la calabaza, quitar el tallo, la piel, las partes blancas y las semillas y poner en cocción en el microondas. Echar en la licuadora, salar y batir hasta obtener un puré cremoso. Coger una cazuela y dejar freir la cebolla con un poco de aceite a fuego lento. Echar la calabaza, añadir el arroz y dejarlo tostar durante 2 minutos mezclándolo, para evitar que se pegue a la cazuela.
  2. CUOCERE IL RISOTTO: Irrorare il risotto con vino bianco e lasciare evaporare a fuoco medio. Versare un mestolo di brodo caldo e mescolare il risotto. Continuare la cottura a fiamma bassa e ripetere l'operazione quando il brodo precedente sarà evaporato.          COCINAR EL RISOTTO: Rociar el risotto con el vino blanco y dejar que se evapore a fuego medio. Echar una cucharada de caldo caliente y mezclar el risotto. Seguir con la cocción a fuego medio y repetir la operación cada vez que el caldo anterior se evapore.
  3. COMPLETARE E SERVIRE: A metà cottura, circa 10 minuti regolare di sale e pepe e continuare a cuocere per altri 8 minuti, a 2 minuti dalla fine aggiungete parmigiano e burro per far mantecare il composto, mescolando per bene il risotto. Servire caldo.                  COMPLETAR Y SERVIR: A mitad de la cocción, unos 10 minutos, salpimientar y seguir la cocción durante otros 8 minutos, a 2 minutos del final añadir el parmesano y la mantequilla para hacer mantecar el compuesto, mezclando bien el risotto. Servir caliente.

Vinus loci:


Per accompagnare questo piatto abbiamo scelto un vino autentico di altissima qualità ricavato da un vitigno autoctono del Sudtirol (Alto Adige) il Gewurztraminer Franz Haas 2012, un vino di colore giallo paglierino con riflessi dorati, caratterizzano l'olfatto, note di rosa selvatica e lichti. Equilibrato, sapido, con un finale lungo e ammandorlato.

Para acompañar este plato hemos elegido un vino auténtico de altísima calidad elaborado con una variedad autóctona del Sudtirol ( Alto Adige) el Gewurztraminer Franz Haas 2012, un vino de color pajizo con reflejos dorados, caracterizan el olor, las notas de rosa silvestre y lichti. Equilibrado, sabroso, con un final largo y almendrado.




lunedì 13 ottobre 2014

Tortilla de patatas


Tortilla de patatas


"Credo che se tutti facessimo un po' di silenzio, forse potremmo capire"
( La voce della luna, 1990, Federico Fellini)



Quando si parla di tortilla la maggior parte della gente pensa  a quella spagnola, fatta di patate e cipolle, anche se esistono numerose varianti oltre a quella francese. Poichè è la regina delle tapas, tutti l'associano alle chiacchiere da tapeo e al ritmo frenetico dei bar de tapas. In realtà la cugina iberica della frittata merita, anche solo come piatto da meditazione.
 E' un piatto versatile, importante, che si presta bene sia per un pic nic improvvisato, che per un aperitivo tra  amici.

Difficoltà: Facile

Preparazione: 30 minuti

Cottura: 15 min

Ingredienti per 6 persone:


  • 500 ml di olio extravergine d'oliva
  • 6 patate medie tagliate nel senso della larghezza e affettate sottili
  • 6 uova di galline felici
  • 1 cipolla
  • 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
  • sale
Procedimento:

  1. PREPARARE LA TORTILLA: Sbucciare patate e cipolle e tagliare le prime sottili nel senso della larghezza e le seconde a rondelle, salare e conservare. Scaldare l'olio a fuoco medio in una padella capiente, una volta caldo, aggiungere prima  le patate e dopo le cipolle, fate cuocere a fiamma media col coperchio. Sbattere energicamente le uova  in una ciotola per un minuto e salare. Quando le patate saranno morbide e leggermente dorate, potete scolarle  e metterle nel composto delle uova mescolando con l'aiuto di un cucchiaio. Prendere una padella più piccola, versare due cucchiai d'olio di frittura delle patate e aggiungere il composto di uova. Scuotere di tanto in tanto la padella delicatamente per far rapprendere la tortilla nella parte inferiore. Rovesciare la tortilla su un coperchio e farla scivolare nuovamente in padella, per far dorare anche l'altro lato , sempre scuotendo di tanto in tanto. Servite subito, accompagnando  la tortilla con la maionese o della salsiccia secca  a tocchetti.

Consiglio di che guay: 

  • Per la tortilla potete utilizzare le patate a pasta gialla come le varietà bintje e la desirée sono ideali per questo composto. La tortilla è buonissima servita calda, ma è sublime una volta fredda.

Vinus Loci:


Per un piatto così versatile e incline alla convivialità è perfetto un vino che riflette queste caratteristiche come il Pungirosa della cantina Rivera, un vino rosato ricavato da uve 100% bombino nero, allevato ad alberello di 25-30 anni a 320 metri s.l.m; un vitigno autoctono pugliese della zona della Murgia, nei pressi del celebre Castel del Monte.
Rosa cerasuolo luminoso. Intenso, note di ciliegie  e rosa canina. Palato morbido, fresco, sapido dai ritorni fruttati, finale lungo, grande bevibilità.






martedì 7 ottobre 2014

Kemi ciambella di more

        Kemi ciambella di more

          Ultimo dolce dell'estate. Last but not least.

     



Il nome che abbiamo scelto per questo dolce è frutto d'ispirazione della lettura di uno splendido libro: "Socrate in Giardino".
 Kemi è una parola egizia che significa terra nera e fruttifera, forse deriva dal termine alchimia, antico sapere sulla trasformazione di sè. Per questa ricetta abbiamo scelto  un piccolo e goloso frutto virtuoso che possiamo ancora trovare per poco nelle nostre campagne. La mora è energetica,saziante, ricca di vitamina C, ferro , potassio e con antiossidanti importanti come i tannini e gli antociani salva-circolazione, noi abbiamo aggiunto un po' di latte a questo impasto perchè i grassi favoriscono l'assorbimento degli antiossidanti. Kemi non vi traformerà in super chef, ma darà forza e dolcezza alla vostra giornata.

El nombre que hemos elegido para este postre es hijo de la lectura de un libro maravilloso: "Sócrates en el Jardín".
Kemi es una palabra egipcia que significa tierra negra y fructífera, Tal vez deriva del término alquimia, conocimiento ancestral sobre la transformación de uno mismo. Para esta receta hemos elegido una fruta pequeña  codiciosa y virtuosa que aun por poco podemos encontrar en el campo. La mora es energética, saciante, es rica en vitamina C, hierro, potasio y antioxidantes importantes como los taninos y antocianos. Nosotros hemos echado a la mezcla un poco de leche, porque las grasas favorecen la absorción de los antioxidantes. Kemi no te convertirá en super chef, pero dará fuerza y dulzura a tu día.

Difficoltà: Facile

Preparazione: 15 minuti

Cottura: 30 minuti

Ingredienti per 8 persone:
  • 3 uova di galline felici (huevos de gallinas felices)
  • 240 g di farina 0 varietà Gentile Rosso (harina)
  • 90 g di zucchero semolato (azùcar)
  • 1 limone non trattato ( limon natural)
  • 1 vasetto di yogurt alla vaniglia
  • 1 bustina di lievito ( levadura en polvo para postre)
  • 3 cucchiai di olio extravergine di oliva (cucharadas de aceite de oliva virgen extra)
  • 1 cucchiaio di latte
  • 150g di more silvestri naturali

Preparazione:

  1. PREPARARE LE MORE: Lavare le more, asciugare e versarle in una padella con un cucchiaio di zucchero e il succo di metà limone, lasciare cuocere a fiamma bassa per 3 minuti e frullare nel mixer. Filtrare il composto prima di versarlo all'impasto del dolce.                                         PREPARAR LAS MORAS: Lavar las moras, secarlas y echarlas en una sartén con una cucharada de azúcar y el zumo de medio limón, dejar cocinar a fuego lento por 3 minutos y licuar las moras en una licuadora. Filtrar el compuesto antes de echarlo a la mezcla del postre.
  2. PREPARARE L'IMPASTO: Sbattere le uova con lo zucchero semolato, un pizzico di sale e un zest di limone. Unire la farina e il lievito, incorporare lo yogurt, l'olio e un cucchiaio di latte, amalgamare il tutto.                                                                                                     PREPARAR LA MEZCLA: Batir los huevos con el azúcar, una pizca de sal y ralladura de un limón. Añadir la harina y la levadura, incorporar el yogur, el aceite y una cucharada de leche, mezclar bien.
  3. RIEMPIRE LO STAMPO: Ungere con olio e farina lo stampo della ciambella, versare un po' del composto, aggiungere le more frullate e completare distribuendo per bene il resto del composto.                                                                                                                          LLENAR EL MOLDE: Untar con aceite y harina el molde de la ciambella, echar un poquito del compuesto, añadir las moras batidas y completar con el resto del compuesto.
  4. CUOCERE E SERVIRE: Infornare a 170° C per 30 minuti. Sformare la ciambella una volta raffeddata.                                                                                                                       COCINAR Y SERVIR: Hornear a 170°C por 30 minutos. Desmoldar la ciambella una vez enfriada.
                                                             

Vinus Loci:




Questo dolce soffice e  aromatico ben si sposa con la aromaticità elegante e leggera del vino Gramona Dulce Gran Reserva della cantina Gramona. Paglierino festoso, cristallino, caratterizzato da toni agrumati canditi (cedro e mandarino) e note vanigliate, è fresco e cremoso, dolce, sempre vibrante.

Este postre suave y aromático bien se marida con el elegante aroma del vino Gramona Dulce Gran Reserva de la bodega Gramona. Pajizo brillante, cristalino, caracterizado por tonos de cítricos confitados (sidra y mandarina) y notas de vainilla. Es fresco y cremoso, dulce, con buena acidez, siempre vibrante.





martedì 16 settembre 2014

Pulci tartaletas

Volvemos de las vacaciones cargados de energía y con un montón de recetas que compartir con vosotros. Hoy os traemos una receta sencilla y muy lucidora. Cenas con amigos, una noche solo en casa, con tu pareja o tu familia, seguro que aciertas. Por un lado prepararemos la masa y por otro lado las mezclas.

INGREDIENTES PARA 15 TARTALETAS:
  • 100gr de mantequilla
  • 200gr de harina
  • 1 huevo
  • 1 pizca de sal

PASOS PARA LAS TARTALETAS:
  1. Mezclar la harina y la pizca de sal con la mantequilla (con las manos).
  2. Una vez mezclado, añadir el huevo y juntarlo con la masa (con las manos).
  3. Dejar reposar la pelota de masa al menos durante una hora en el frigorífico.
  4. Una vez reposada la masa, extenderla con un rodillo. Para facilitar la extensión, aplica un poco de harina en la base y arriba. 
  5. Utilizaremos la bandeja de los muffins o cualquier molde pequeño con la forma que deseemos. Antes de introducir la masa le aplicaremos una capa de mantequilla para que no se pegue la tartaleta.
  6. Cogemos un vaso con la apertura un poco ancha, cortaremos la masa con él y los iremos acoplando en la bandeja.
  7. Introducir la bandeja en el horno cuando esté a 170º C y dejar entre 25-30 minutos hasta que estén doradas. Si queréis volver a introducirlas para hornearlas con mezcla, metedlas sólo 15 min y después las volvéis a meter con la mezcla.
     



    

MEZCLA 1:

  • Queso de cabra
  • Mermelada de tomate
  1. Cortar una rodaja de queso de cabra en rulo y ponerlo dentro de la tartaleta (si el queso está caliente os quedará delicioso). Y aplicar un poco de mermelada de tomate.
MEZCLA 2:
  • Queso Filadelfia
  • Salmón ahumado
  • Perejil
  1. Mezclar queso Filadelfia y salmón ahumado en la batidora ( también existe hecho el queso Filadelfia con salmón). Rellenar la tartaleta y y decorar con un mini cono de salmón y una hojita de perejil.
MEZCLA 3:
  • 80gr atún
  • 50gr mahonesa
  • 7 alcaparras
  • 2 anchoas
  1. Introducimos todos los ingredientes en la batidora y lo mezclamos hasta conseguir una pasta homogenea.
  2. Rellenar la tartaleta y decorar con un trocito de anchoa.



     


Las tartaletas quedaron riquísimas y como veis son muy sencillas de hacer. Nosotros no nos las acabamos el primer día, pero el segundo día estaban igual de buenas. Animaos a hacerlas y mandadnos vuestras mezclas y las compartiremos con todos los lectores.


giovedì 22 maggio 2014

Focaccia Pugliese



Focaccia pugliese: La più romantica fra le pizze mediterranee


                 Perfetta per una giornata al mare
                 Perfecta para un dia a la playa




Nel mediterraneo, dalla Catalogna fino ai Balcani esistono tante pizze differenti, una per ogni territorio, cosa le accomuna? L'olio extravergine d'oliva, la vera celebrità gastronomica del Mare Nostrum.
Eppure tra  le tante sorelle, vuoi per la ritualità dei movimenti durante l'impasto, vuoi per l'aromatizzazione sacrale con l'origano essiccato che ne rallegra la fragranza, per le lunghe attese o per la sua unica sofficità, dovuta all'aggiunta di patata, la focaccia pugliese è la più romantica del mediterraneo. Le prime ricette documentate sulle antiche versioni risalgono agli statuti del '400 dell'università di Bisceglie.
Da allora nulla è cambiato. La focaccia pugliese è un inno alla lentezza, l'unica che ha sconfitto un colosso del food come McDonald's, storia da cui è nato alcuni anni fa un  film Focaccia Blues.

En el mediterráneo, desde Catalunya hasta los Balcanes, existen diferentes pizzas, una por cada territorio, que tienen en comun?  el aceite de oliva virgen extra, la auténtica celebridad gastronómica del Mare Nostrum. Todavía entre las muchas hermanas, será por el ritual de movimientos durante el amasado, será para la aromatización sacral con orégano seco que da vivacidad a la fragancia, por las largas esperas o por su única suavidad, debido a la adición de la patata, la focaccia de Apulia es la más romántica del mediterráneo. Las primeras recetas documentadas sobre las versiones antiguas se remontan a los estatutos del '400 de la universidad de Bisceglie. Desde entonces nada ha cambiado. La focaccia de Apulia es un himno a la lentitud, la única que derrotó a un gigante del food como McDonald's, historia a la que hace años se ha inspirado una película Focaccia Blues.

Provate questa ricetta e respirerete un intenso aroma di mediterraneo.
Probad esta receta y respiraraei el aroma del mediterráneo.

Difficoltà: Facile


Preparazione: 30 min + riposo


Cottura: 45 min


Ingredienti per una focaccia/ 4 persone:



  • 500 g di farina bianca tipo 00 ( harina de trigo)
  • 50 g di lievito madre o 25 g di lievito di birra fresco (levadura)
  • 1 patata 300 g
  • 20 pomodori ciliegia maturi (tomate cherry)
  • 60 g di olive nere (aceitunas negras)
  • zucchero (azúcar)
  • origano secco (orégano seco)
  • olio extravergine d'oliva ( aceite de oliva virgen extra)
  • sale

Procedimento:


  1. LESSARE LA PATATA: Pelare la patata, lavarla sotto acqua fredda corrente, tagliarla a pezzi grandi e metterla in una pentola con molta acqua fredda. Portare a ebollizione, unire un po di sale e  proseguire la cottura per altri 20 minuti. Togliere la patata conservando un po d'acqua di cottura e schiacciarla con una forchetta in un piatto mentre è ancora calda.                                             HERVIR LA PATATA: Pelar la patata, lavarla con agua fría del grifo, cortarla en trozos grandes y ponerla en una olla con abundante agua fría. Llevar a ebullición, añadir un poco de sal y continuar la cocción durante 20 minutos más. Retirar la patata y preservar un poco de agua de  la cocción y hacer un puré de patata en un plato con la ayuda de un tenedor mientras está caliente. 
  2. FARE L'IMPASTO: Sciogliere il lievito e un cucchiaio di zucchero in 50 ml di acqua tiepida di cottura della patata. Versare in una ciotola grande la farina e la patata schiacciata. Aggiungere 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva, il composto di lievito e due cucchiaini di sale. Mescolare lentamente gli ingredienti tra loro con le mani, aggiungendo gradualmente altra acqua di cottura della patata 150 ml, fino ad ottenere un impasto omogeneo e viscoso. Coprire l'impasto con un panno di lino e lasciare lievitare per un ora.                                                                                                       HACER LA MASA: Disolver la levadura y una cucharada de azúcar en 50 ml en el agua caliente de la cocción de la patata. Echar en un bol grande la harina y el puré de patata. Añadir 2 cucharadas de aceite de oliva virgen extra, la mezcla de levadura y 2 cucharaditas de sal. Mezclar lentamente los ingredientes con las manos, añadiendo gradualmente más agua de la cocción de la patata 150 ml, hasta obtener una mezcla homogénea y viscosa. Tapar la masa con un paño de lino y dejar crecer durante una hora
  3. INFORNARE E SERVIRE: Trasferire la pasta al centro del tegame e lasciare riposare per 30 minuti e stendere allargando con le mani verso l'esterno fino a formare un bordo rialzato. Disporre i pomodori lavati e tagliati a metà assieme alle olive nere sulla superficie della focaccia, applicando una leggera pressione. Per finire  irrorare la superficie con un giro d'olio extravergine d'oliva; completare con una spolverizzata di  origano e sale grosso. Lasciare riposare per altri 30 minuti e cuocere in forno preriscaldato a 220° C per 35 minuti. Sfornare la focaccia e una volta tiepida tagliarla in 4 parti.           HORNEAR Y SERVIR: Transferir la masa hacia al centro del recipiente y dejar reposar durante 30 minutos y ampliar la masa con las manos hacia el exterior del recipiente para formar un borde elevado. Poner los tomates cherries cortados por la mitad y lavados juntos a las aceitunas negras en la superficie de la focaccia, aplicando una presión suave. Por último aliñar la superficie con aceite de oliva extra virgen, orégano y sal gruesa. Dejar reposar durante 30 minutos más y cocer en el horno precalentado a 220°C durante 35 minutos. Sacar del horno la focaccia y esperar que se enfríe un poco para cortarla en 4 partes.

Vinus Loci:



Solitamente la focaccia si farcisce o si accompagna con salumi come il prosciutto di Faeto, il capocollo di Martina Franca o mortadella e mozzarella, per questo l'accompagnamento ideale è un rosato spumante metodo classico d'Araprì Brut Rosé S.A., una chicca della produzione vitivinicola regionale, un vino dalle grandi potenzialità in quanto elaborato da una base spumante come il montepulciano in una cuvée dal carattere fresco ed elegante, lasciato affinare 24 mesi sui lieviti, espressione del mediterraneo. Alla vista appare di un colore rubino delicato, corallo, un perlage fine e abbastanza persistente. Il profumo è intenso, alle prime note agrumate seguono odori di ciliegia candita e mandorla. In bocca è fresco e gradevole, pieno e di struttura, si percepisce tutto il vigore del montepulciano, elegante con  una nota di mandorla tostata nel finale.

Generalmente la focaccia se rellena con embutidos como el jamón de Faeto, capocollo di Martina Franca o mortadella y mozzarella, por eso el maridaje ideal es un rosado espumoso método clásico d'Araprì Brut Rosé S.A. elaborado en Apulia. También podemos maridar la focaccia con un vino rosado de la DO Utiel Requena, Bobal de San Juan 2013 con un carácter fresco y una buena acidez donde en la boca triunfan los citricos y siguen las  notas de fruta roja. Un vino de buena estructura y muy agradable de beber.


domenica 4 maggio 2014

Un universo que habla






Nel libro " la rivoluzione del filo di paglia" del 1980, Masanobu Fukuoka, agronomo giapponese che ha dedicato l'intera sua esistenza a combattere la desertificazione, scrisse: " Gli esseri umani con le loro manomissioni fanno il danno, non riparano l'errore e quando i risultati negativi si accumulano, lavorano con tutte le energie per correggerli. La gente cocciutamente insiste sempre ad agire così".

En el libro " la revolución de una brizna de paja" del 1980, Masanobu Fukuoka, agrónomo japonés que ha dedicado toda su vida a luchar contra la desertificación, escribió: " Los seres humanos con sus manipulaciones hacen daño, no solucionan el error y cuando se acumulan resultados negativos, trabajan con todas las energías para corregirlos. Las personas tercamente siguen siempre así".



A differenza del passato, oggi quando si parla di cibo si inizia a prediligere più l'aspetto qualitativo rispetto a quello quantitativo. Ma questo non basta. Perché questa logica, pur se importante, riduce il carattere interdisciplinare del cibo. Il cibo non è solo quello che troviamo in tavola, ma è anche territorio e paesaggio.

A diferencia del pasado, hoy cuando se habla de comida, se comienza a preferir más el aspeto cualitativo que cuantitativo. Pero esto no es suficiente. Porque esta lógica, aunque es importante, reduce el carácter interdisciplinario de la comida. La comida no sólo es la que encontramos en la mesa, es también territorio y paisaje.

Rudolf Steiner  diceva : " Non si deve considerare solo la pianta, l'animale, l'uomo, ma si deve volgere lo sguardo all'intero universo". Se ascoltassimo questo consiglio forse scopriremmo che dietro ad ogni  frutto c'è un fiore, e dietro ad ogni  fiore esiste il lavoro delle api, che assieme ad altri insetti impollinatori concorrono a formare il nostro paesaggio.

Rudolf Steiner decía: " No sólo se tiene que considerar la planta, el animal, el hombre, también se tiene que mirar al universo entero". Si escuchásemos este consejo, tal vez descubririamos que detrás de cada fruta hay una flor, y detras de cada flor existe el trabajo de las abejas, que junto con otros insectos polinizadores contribuyen a formar nuestro paisaje. 

Purtroppo la mortalità di api   nel mondo è in continua crescita, si parla del 20% nella sola Europa, sino ad arrivare nell'inverno di quest'anno al 40% degli Stati Uniti, le cause sono dovute all'uso di pesticidi ed al cambiamento climatico.

Desafortunadamente la mortalidad de las abejas en el mundo es cada vez mayor, se habla del 20% sólo en Europa, hasta llegar en el invierno de este año al 40% en los Estados Unidos. Las causas se deben a la utilización de pesticidas y al cambio climático.

Che guay vuole dare attenzione a questo problema di natura ecologica e culturale, per questo potete partecipare alla raccolta fondi promossa dal sito avaaz.org, per avviare uno studio indipendente sulle cause della diminuzione nella popolazione delle api. 
Oppure potete scriverci a pulcisinfundus@gmail.com per richiedere i semi delle nostre zinnie, fiori preferiti dagli insetti impollinatori, che potrete seminare a partire da questo mese in vaso o giardino.

Che guay quiere poner la atención a este problema de naturaleza ecológica y cultural, por eso podéis participar en la recaudación de fondos promovida por la pagina web avaaz.org, para iniciar un estudio independiente sobre las causas de la decadencia en la población de abejas.
O nos podéis escribir a pulcisinfundus@gmail.com para pedirnos las semillas de nuestras zinnias, flores favoritas por los polinizadores, que podréis plantar a partir de este mes en maceta o en jardín.


martedì 11 marzo 2014

PERALADA, NEL CUORE VIVO DEL SIGNOR MIGUEL MATEU


PERALADA



VINO, CULTURA E STORIA NEL CUORE VIVO DEL SIGNOR MIGUEL MATEU


Da lontano vedi un puntino all'orizzonte, quando ti avvicini basta poco per perderti nel chiarore della pietra tendente all'ocra delle sue case che si oppone al verde dei suoi campi, e nell'intenso aroma di mediterraneo che pervade le sue strade strette e che si oppone al salmastro delle brezze marine.

Peralada è un piccolo centro urbano, di carattere medioevale nel cuore della regione dell'Empordà in Catalogna (SPAGNA), a cui fa da cornice ,sullo sfondo, la catena montuosa dei Pirenei.

E' un oasi di storia, cultura e pace, dove perfino le cicogne hanno scelto gli alberi del suo castello come luogo per andarci a nidificare.
Le sue origini risalgono al IV secolo a.C., nel tempo ha visto arrivare l'Impero Romano che portò con sé le prime barbatelle di vitis vinifera, facendo del Empordà  la regione vitivinicola più antica di Spagna; si è dovuta difendere dai mori che spinsero quasi fin qui le frontiere del proprio califfato, e si è dovuta autodistruggere dandosi alle fiamme nel 1285 per non cadere in mano dei crociati francesi di Filippo III di Francia, proprio come era accaduto anni prima ai vicini albigesi.

Proprio a questa data storica, si deve far risalire la nuova Peralada, così come oggi si presenta ai nostri occhi.
Infatti il castello andò completamente distrutto nelle fiamme, allora i proprietari, i Visconti di Peralada decisero di ricostruirlo fuori dalle mura cittadine, cedendo parte delle terre confinanti ai frati carmelitani affinché vi costruissero un convento, l'attuale Convento del Carmen, al cui interno ospita una chiesa in stile gotico.
La vita di Peralada fu strettamente connessa a quella del suo Castello, che mantenne in vita il centro medioevale, e che ne ha disegnato il suo paesaggio, offrendo  protezione a conventi e monasteri, come il suggestivo claustro romanico del XI secolo d. C, dove è addirittura possibile scoprire in uno dei capitelli delle sue colonne che il frutto della conoscenza non era la mela, bensì un fico.

Eppure questa oasi di bellezza, non sarebbe oggi pervenuta a noi nella sua integrità se non fosse stato per il Signor Miguel Mateu y Pla, che nel 1923, alla morte del marchese De la Torre,ultimo erede senza discendenti dei Visconti di Peralada, ne comprò il castello e le sue proprietà.
Il Signor Mateu, imprenditore dell'acciaio di Barcellona, fu un uomo visionario, ricco di intuizione, appartenente a quella stirpe di  imprenditori luminari come gli italiani: Mattei, Einaudi, Olivetti; uomini che vedevano nel fare impresa un modo per fare cultura a trecentosessanta gradi e un opportunità per rendere un servizio utile socialmente.
La sua forte personalità e la sua sensibilità emotiva lo resero un uomo di grande spessore nazionale e internazionale, tanto che nel suo periodo come ambasciatore in Francia cercò fino all'ultimo di scongiurare l'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale. Fu un uomo di lotte, spesso condotte in solitario, come quelle per la ricostruzione di Peralada, per il museo di Dalì, per il porto di Santa Margarita de Rosas, per la fine della guerra, per la pace. Ricordato con nostalgia dai viticoltori della zona che ogni anno celebravano assieme a lui la festa della vendemmia.
Il Signor Mateu non divenne solo il proprietario del Castello, ma fu  custode dell'intera Peralada, perchè grazie a lui si sono salvati i tempi passati.
Infatti per poterne apprezzare appieno l'opera di salvaguardia e difesa di questo  prezioso patrimonio culturale; prima di andare via fate una visita guidata a partire dal Convento del Carmen, visitando la sua chiesa in stile gotico, la cui struttura è disponibile per cerimonie religiose private.Per continuare la visita all'interno del castello, dove si trova il Museo del vetro con oltre 2500 pezzi e una biblioteca con quasi 100.000 libri, fra cui sono presenti più di 1000 edizioni  del Don Chisciotte in 33 lingue diverse, curata e ampliata con particolare dedizione e amore da Mateus dopo la morte della sua amata sposa Julita.

 La visita si conclude con il museo del vino, ubicato all'interno delle cantine del convento carmelitano, dove è possibile ammirare l'arte vinificatoria dei tempi passati risalente al XIV secolo, attraverso più di 750 oggetti legati ai processi produttivi di vinificazione. All'interno delle cantine  del castello ha ancora oggi sede l'attività produttiva vitivinicola della Bodega Castillo Peralada continuata dai discendenti del Signor Mateu; infatti proprio qui vengono elaborati secondo il metodo classico i prodotti di punta della produzione: i famosi cava, il cui termine deriva dalla parola utilizzata per indicare le grotte dove questo vino spumante  viene tradizionalmente  prodotto.

I cava più importanti elaborati dalla Bodega Castillo Peralada sono due:

  • Gran Claustro Cuveé especial Gran Reserva, un cava brut nature prodotto con il metodo classico a partire da uve autoctone della D.O. Cava, come xarell-lo, chardonnay e parellada, il nome è un omaggio alla magnificenza del claustro del convento del Carmen, dove nei capitelli dello stesso è scolpito uno scudo con una pera, simbolo della popolazione di Peralada.
  • Torregalatea, un cava brut rosè prodotto con il metodo classico  dalle varietà di pinot noir, tremat e monastrell. Questo vino spumante di un bellissimo rosa cerasuolo è un omaggio all'eterna amicizia  tra il geniale Salvador Dalì e il Signor Mateu. Infatti è noto che quando Dalì riceveva ospiti nella casa di Port Ligat, era solito offrire loro una copita di cava rosado, per impressionarli con il rosa cerasuolo di questo spumante vivacizzato dalle bollicine; decisamente insolito per quell'epoca.

Blog notes:


  • QUANDO VISITARE: in ogni momento dell'anno è  ideale oltre che possibile visitare Peralada, ma senza dubbio il momento clou è rappresentato dai mesi di Luglio e Agosto, quando i giardini del castello restano aperti per il Festival Internazionale della musica di Peralada, quando l'operà e la danza internazionale vengono a farle visita e che quest'anno vedrà la sua ventottesima edizione.
  • COME RAGGIUNGERE: In auto dista 145 Km da Barcellona e 46 da Girona, mentre da Figueres dista solo 9 km percorribili in auto seguendo le indicazioni stradali per Llancà.
  • DOVE DORMIRE: Hotel de la Font Peralada, Baixada de la Font Peralada  www.hoteldelafont.com  ex convento silenzioso e accogliente dove potrete fare una ricca colazione con prodotti tipici del territorio perparati in casa.
  • DOVE MANGIARE: Restaurant Cal Sacristà, cucina tipica territoriale che risente per via della vicinanza di un elegante influenza francese, ottime le torte preparate in casa con ingredienti  naturali. www.restaurantcalsacrista.com
  • DOVE COMPRARE: La botiga del Celler, C/San Joan 24  +34 972 538503 dove potrete trovare i vini della Bodega Castillo Peralada e altri vini regionali

venerdì 7 marzo 2014



RIONERO IN VULTURE :" PARADISO PERDUTO" NELLA MANCHA D'ITALIA



" e là nell'ombra delle nubi, sperduto, giace in frantumi un paesetto lucano."
  (ROCCO SCOTELLARO)

A seconda che la si veda da Nord o da Sud, la Basilicata o Lucania, nei colori della terra, nei paesaggi rurali dove la vista non incontra l'orizzonte, nelle morbide distese che accarezzano il territorio, assomiglia tanto alla Mancha di Spagna. Quella Mancha che tutti noi conosciamo se non altro per le avventure raccontate da Miguel  Cervantes nel Don Chisciotte.
Luoghi e posti unici, ancora capaci di raccontare un umanità ideale, sospesa tra l'azzurro del cielo e il verde dei campi, "paradiso perduto" lontano dalla realtà odierna sociale. Perduto nelle nubi lucane, perduto nel blu cobalto delle acque di Monticchio, perduto nel verde delle felci, perduto nel nero della pietra lavica, perduto nel "pianto del Vulture".
Oggi, la resistenza di questa terra sembra sopravvivere solo nella morfologia del suo territorio e nella bellezza storica dei suoi patrimoni archeologici, che seppur caduti sotto l'ignavia degli uomini continuano a lottare contro il passare dei secoli.
E' così per i Palmenti di Pietragalla, architetture rupestri risalenti alla seconda metà dell'ottocento, caratterizzate da un sistema di grotte ipogee dedicate alla pigiatura e trasformazione delle uve in vino.
Questo insediamento produttivo rurale è testimone di un tempo in cui la vendemmia era festa vera. Il vino si faceva solo con l'amore e il lavoro era motivo di gioia collettiva e non d'alienazione.
 

E' così per la badia di San Michele di Monticchio, glorioso gioiello architettonico, che sovrasta il lago piccolo, segno di devozione e pace tra la dinastia Normanna e lo Stato Pontificio. Il santuario, infatti, dopo aver ospitato per secoli i pellegrini medioevali diretti in Terra Santa, resta oggi con le porte serrate a chi si avvicina ai suoi piedi, nonostante un cartello rosa fluo sia lì a ricordare che la Basilica è aperta tutto l'anno.
Bellezze sconsolate, bellezze desolate. E allora ci  si chiede perché in Europa le grandi bellezze ispirano mentre in Italia le grandi bellezze fanno incazzare.
Sembra che fatta eccezione per le lapidi marmoree delle piazze e dei palazzi storici più nessuno ricordi che queste terre furono le prime assieme ai sanniti a insorgere contro l'Impero Romano, che queste terre furono cavalcate da Federico, come lo chiama Donatuccio, un anziano del paese, rivolgendosi al grande imperatore Federico II di Svevia. Sembra che la gente abbia dimenticato che queste terre furono calpestate dai grandi intellettuali del governo Murat, e che da queste terre mosse i primi passi il pensiero meridionalista.
Un tempo c'erano i Briganti a difenderle dal pericolo delle invasioni: borboniche, francesi e piemontesi.
Mentre oggi chi ci difenderà dall'ultima grande invasione? Quella ad opera di noi stessi contro noi stessi, contro la perdita del senso di appartenenza agli altri e al territorio in cui viviamo. Il nostro ego ci ha fatto perdere la dimensione socio-collettiva della comunità e dello stare insieme.
Il passato non è una terra straniera, i veri stranieri siamo noi. La vera lotta per la libertà vive nella memoria, perché solo la conoscenza ci rende liberi.

Ma se la Mancha ha perduto il suo eroe, la Lucania ha ancora il suo Don Chisciotte basilisco: Ernesto Grieco, un poeta paesaggista, cittadino attento e sensibile, partigiano della libertà, che con l'unica forza delle sue poesie continua a lottare contro la perdita d'identità territoriale e difende con i suoi versi il senso dell'appartenenza. Una favola la sua che inizia negli anni '60, quando spinto dalla curiosità di sapere e conoscere dove portava il fischio del treno che ogni giorno scompariva dietro la montagna, decide di seguirlo fin su al Nord.
A Torino conosce il "Futuro" e l'industrializzazione, ma ben presto il terribile terremoto dell'80 lo riporta a casa, dove senza più niente ma con l'interminabile amore per la sua terra ricomincia la sua vita. Sembrerebbe una di quelle tante storie con l'happy end se non fosse che torna a trovarlo il "futuro". Nella sua veste peggiore, però. Quello in forma neocoloniale che sfrutta, avvelena il territorio e poi lo abbandona, distruggendo la forza dei legami sociali che lo arricchiscono e facendo perdere i mestieri di un tempo dove al tempo della remunerazione c'erano condivisione e aiuto reciproco.
Del resto quando Ernesto dice: "Il futuro oggi è recuperare un po' di ieri", non si sbaglia. Infatti basta leggere uno dei suoi libri di poesie per capire che la banca del tempo e la moneta virtuale esistevano già.

Per fortuna che oltre Ernesto resiste ancora chi si batte a tavola contro l'invasione dei grandi Bordeaux; e contro il piemontese Barolo, principe d'Italia, potendo dignitosamente competere con questi giganti della viticoltura internazionale.
Per chi non lo avesse ancora capito, stiamo parlando dell'Aglianico, un vitigno a bacca rossa coltivato nella zona del Vulture e portato qui dai Greci; che da vita a vini rossi che formano il marchio DOC e DOCG  come l'Aglianico del Vulture  Superiore.
La fierezza e la particolarità di questo vitigno la ritroviamo nei vini di Cantine del Notaio, dove gli aglianici il Sigillo e la Firma esprimono nobilmente il terroir di questo paradiso perduto e presentano elegantemente al palato la vigorosa tannicità di questo vino.
Dolce sorpresa della produzione di questa azienda è il vino bianco dolce l'Autentica, ideale in abbinamento ai cannoli di ricotta della pasticceria Libutti, dove oltre ai tipici cioccolatini al cuore d'aglianico, dal ventuno aprile in occasione della festa degli alberi potrete provare il vero gelato artigianale.


Blog notes:

  • DOVE MANGIARE: OSTERIA IL VECCHIO CORTILE, Via Luigi Lavista 23, Rionero in Vulture (PZ) tel: 0972724664 www.osteriavecchiocortile.it
  • PASTICCERIA LIBUTTI, Via Garibaldi 25, Rionero in Vulture (PZ)
  • DA VISITARE: CANTINE DEL NOTAIO, Via Roma 159, Rionero in Vulture (PZ) www.cantinedelnotaio.com